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Salute 4.0: com’è curarsi nell’era digitale? A svelarlo una ricerca di BNP Paribas Cardif

Salute 4.0: curarsi nell’era digitale, generazioni a confronto” è il nome della ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif e condotta dall’istituto di ricerca Eumetra MR. Lo scopo? Indagare la percezione dei cittadini maggiorenni sul fronte di benessere e salute, ma anche aspetti come l’ipocondria, la spesa per la salute, il web e le fake news, la privacy e la sicurezza, il ruolo dell’innovazione tecnologica e l’importanza del settore assicurativo privato per tutelare le famiglie.

Gli italiani? Prima cercano sul web

Non stupisce molto ma sappiate che l’8% degli italiani una volta ammalato cerca risposte sul web, mentre l’11% si affida al “fai-da-te”. Un buon 57% invece corre fortunatamente dal proprio medico di famiglia.

Le percentuali cambiano molto di fronte ai primi sintomi di una malattia. Qui è il 42% ad utilizzare internet per farsi un’idea del problema, un 42% che non include solo i giovanissimi ma anche i senior.

Una volta individuato il problema però permane una certa diffidenza verso l’uso dell medicine: il 23% degli intervistati si è infatti dichiarato contrario. I più propensi all’uso – circa 4 italiani su 10 – sono tendenzialmente uomini, preferibilmente maturi.

Per rimanere in forma, il detto popolare del “buon senso nel mangiare e nel bere e fare attività fisica” (per il 54%) vince su tutti, anche sulla prevenzione, indicata solo dal 33% del campione. E su quest’ultimo aspetto, sono soprattutto le generazioni più mature, e leggermente le donne, a praticare maggiormente concrete strategie di prevenzione.

La ricerca ha poi analizzato i timori in relazione alla propria salute. Il 66% dei partecipanti ha paura di perdere l’autonomia e di dover pesare sui propri famigliari, paura seguita a ruota da quella di avere una malattia improvvisa e di non poter sostenere le spese mediche.

Wellness e benessere: la forma percepita non è legata all’età

L’84% degli italiani ha dichiarato di sentirsi in buona o ottima salute ma solo il 30% pensa di essere in perfetta forma. Una forma, almeno quella percepita, che non è comunque legata all’età: non è vero, infatti, che i giovani si sentono più in forma delle persone più adulte.

Ma come fanno i nostri connazionali per il proprio benessere? Innanzitutto cercano di “vivere”: il 72% indica la “cura del tempo” investendo nelle proprie passioni e nelle relazioni. Ma non manca chi punta a “limitare gli eccessi” (62%), tra cui fumo, alcol e cibi dannosi, al “riposo e allo svago” (54%) e alla “cura del corpo” (45%). Inoltre, per la cura del benessere il 77% usa la tecnologia tra internet (55%), App per smartphone e/o PC (45%) e i wearables (29%).

Costa troppo? Rinuncio a curarmi

In Italia sono tanti i cittadini in difficoltà. Pensate che il 58% della popolazione ha rinunciato almeno una volta a servizi, prestazioni o medicinali per questione economiche. In cima alla lista troviamo il dentista e le sedue fisioterapiche, seguite anche da medicinali e prodotti per la salute (integratori, prodotti omeopatici, ecc.) e da esanu preventivi e di controllo.

E le fake news?

Quando si parla di informazione su un tema sensibile come quello della salute, è facile “cadere” in una fake news. Di quali fonti si fidano gli italiani? Senza dubbio della categoria dei medici / farmacisti (91%), mentre solo il 36% considera sicuro il “web e i social”, il 26% le “istituzioni pubbliche” e il 21% i “media”.

Per quanto riguarda il web l’89% degli intervistati è consapevole delle inesattezze presenti online, mentre il 75% non è preoccupato perché convinto di poter distinguere tra fake news e notizie vere.

Nonostante questo, a livello generale sono ben 14,5 milioni gli italiani maggiorenni (29%) che hanno creduto almeno una volta a una fake news letta su internet, e i più giovani sono i più esposti.

Parliamo di innovazione

Cosa pensano gli italiani del servizio sanitario nazionale? I giudizi sono moderatamente positivi, eppure sono diversi i cittadini che hanno preferito rivolgersi alle Compagnie assicurative. Negli ultimi 12 mesi, infatti, il 44% dei cittadini ha sottoscritto o rinnovato una polizza. A fare da traino sembrano essere i prodotti più innovativi, come ad esempio una rete di medici convenzionati, di sconti e soprattutto di applicazioni per monitorare lo stato di salute. Tra i servizi tecnologici a cui vorremmo accedere tramite i dispositivi mobile troviamo la cartella clinica elettronica e la già citate rete di medici specialisti.

Meno amata invece l’Intelligenza Artificiale. L’84% infatti non rinuncerebbe mai al rapporto umano con un medico, ma non tutto è perduto: 8 partecipanti su 10 pensa infatti che la tecnologia possa supportare il medico e aiutarlo a fare meglio il suo mestiere.

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