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FotoOto: l’app fotografica per persone con disabilità visive

L'era digitale ha portato con sè un cambiamento enorme: dai testi e dalla lettura si è rapidamente passati alle immagini, cosa che, purtroppo, ha messo in serie difficoltà tutti coloro che soffrono di deficit visivi. Per cercare di colmare questo gap Publicis Pixelpark ha sviluppato FotoOto.

Di che si tratta? Semplice: FotoOto, il cui nome nasce dall'unione delle parole "foto" e "oto" – che in giapponese significa "suono" -, è un'applicazione che, come potete facilmente intuire, unisce al potere delle immagini quello dei suoni. Dotata di un'interfaccia estremamente semplificata, l'app legge ad alta voce la descrizione degli elementi inquadrati così sapete per certo cosa state fotografando. Tra l'altro è possibile allegare all'immagine una serie di suoni ambientali o – più banalmente – un commento audio da ascoltare successivamente.

Tutto ciò è possibile non solo con i nuovi scatti ma anche con tutte le immagini presenti nella vostra galleria, così potrete arricchirle e godervele come mai prima d'ora.

"Attualmente, la maggior parte delle immagini e video condivise sui social e sul web non hanno un ausilio audio che aiuti la loro comprensione. Di conseguenza, le persone con deficit visivo si perdono molto di ciò che accade nella vita dei loro amici e dei loro familiari. Con FotoOto, abbiamo voluto creare un nuovo strumento facile da usare, divertente e che contribuisce ad una migliore comprensione per tutti i soggetti coinvolti – spiega Timm Weber, Chief Creative Officer di Publicis Pixelpark. – FotoOto in realtà è una foto app pensata non solo per chi ha difficoltà visive ma per un pubblico più ampio".

L'applicazione, frutto di un anno e mezzo di lavoro, nasce dalla collaborazione con lo studio Not A Machine e gli esperti del suono Futura Epsis 1 e Cargo Records ma anche da incontri continui con persone affette da cecità e da disturbi visivi, in modo da rendere l'app adatta a chi – a conti fatti – dovrà utilizzarla.

Volete scaricarla? Non dovete fare altro che recarvi sull'App Store. Attenzione però: l'app al momento integra solo due lingue, ossia tedesco ed inglese.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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