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Il cambiamento climatico visto dallo spazio: il racconto di Luca Parmitano

Ci sono luoghi della terra che vi raccomando di visitare perché non saranno lì ancora a lungo.”
Luca Parmitano sintetizza così lo stato del nostro pianeta. L’astronauta italiano, il primo al comando della Stazione Spaziale Internazionale, è salito sul palco dell’Auditorium del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo di Vinci di Milano per mostrare le foto scattate durante la sua permanenza sulla ISS, foto che catturano il nostro presente e anticipano un preoccupante futuro.

L’ESA e l’ASI raccontano il cambiamento climatico

Il pianeta che cambia: uno sguardo dall’alto è l’incontro ospitato dal Museo Nazionale Scienza e Tecnologia e dedicato al cambiamento climatico che si è svolto venerdì 1° ottobre. A prendervi parte numerosi esperti del settore aerospaziale che hanno sfruttato i dati e le immagini raccolte dai nostri satellite per raccontare la situazione della Terra.

Lo scenario che è emerso è agghiacciante.
Lo spazio ci ha permesso di vedere l’incessante desertificazione, i giganteschi incendi che turbano l’equilibrio di interi contenenti, le preoccupanti dimensioni delle miniere di sali e lo scioglimento continuo dei ghiacciai. Ma non è tutto. L’astronauta Luca Parmitano ha aggiunto anche le immagini dell’Italia di notte. Uno spettacolo di luci che affascina ogni essere umano che ha il privilegio di vedere il pianeta dall’alto ma che, al contempo, rappresenta un problema. “Forse illuminano troppo“, dice Parmitano, spiegando come l’illuminazione dovrebbe rendere visibile ciò che abbiamo qui, sulla Terra. Non è normale che tutte queste luci possano essere percepite dallo spazio. Entra così in gioco il problema dell‘inquinamento luminoso che, tra le altre cose, rende particolarmente complesso il lavoro dei ricercatori che si occupano di osservare la volta celeste.

L’intervento di Luca Parmitano

Le foto mostrate da Luca Parmitano dipingono un quadro atroce ma, allo stesso tempo, sottolineano l’importanza del lavoro che viene fatto dai satelliti.
I satelliti osservano il pianeta con il cuore“, racconta Giorgio Saccoccia, presidente dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana).
Tutto ciò che abbiamo in orbita ha un compito, che sia osservare le variazioni nell’altitudine, la situazione dei vulcani, lo stato di salute dei fiumi o lo spostamento dei venti.

I costi di tutto questo? L’ESA (European Space Agency) spende 6,5 miliardi di euro l’anno in attività spaziali. Vi sembrano tanti? Sappiate che equivalgono ad una spesa di 12 euro l’anno per ogni cittadino europeo. Un euro al mese che si traduce in dati preziosi che serviranno, tra le altre cose, a creare la Digital Twin Earth, ossia una copia digitale della Terra, un modello che richiederà uno sforzo computazionale elevatissimo ma che potrà raccogliere tutto ciò che sappiamo del nostro pianeta.

Per farlo però non servono solo satelliti e informazioni. Servono anche le persone giuste. Ecco perché l’incontro organizzato dal Museo Nazionale Scienza e Tecnologia si conclude con una chiamata alle armi per i giovani, un’esortazione globale a studiare le materie STEM per contribuire a salvare il globo.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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