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Il Gabibbo ai funerali di Berlusconi. La bufala della settimana

Un curioso corto circuito tra realtà e fantasia

A prescindere dal giudizio che si possa dare su Silvio Berlusconi, alcuni concetti sono difficilmente contestabili.

Cioè che, ad esempio, si è trattato di un personaggio capace come pochi altri di incidere sull’estetica e sull’immaginario del Novecento. Cambiando il linguaggio della politica e dei media, facendo dilagare la televisione d’intrattenimento (di alcuni programmi di culto ci stiamo occupando da qualche settimana in una rubrica) eccetera.

Non a caso, dal giorno della morte di Berlusconi – avvenuta lunedì 12 giugno – si continua a parlare di lui. E dei suoi funerali. Sia perché la scelta delle esequie di Stato, assieme a quella del lutto nazionale, ha fatto storcere il naso a molti. Sia perché l’intelligenza artificiale generativa aveva immaginato, già lo scorso aprile, proprio i funerali di Stato di Berlusconi in pompa magna a Milano (progetto ideato tramite Midjourney dal creative strategist di Latte Creative Claudio Riccio).

Ai funerali di Berlusconi hanno preso parte, com’era inevitabile, numerosissime personalità della politica, dello sport e dello spettacolo.

Certo, non ci si sarebbe aspettati che ai funerali di Berlusconi ci fosse anche il Gabibbo. Ma davvero? Il Gabibbo ai funerali di Berlusconi? Abbiamo le prove?

Il Gabibbo ai funerali di Berlusconi

Chi sia il Gabibbo è superfluo spiegarlo (e questo già dimostra quanto siano penetrati nella memoria collettiva certe trasmissioni e certi personaggi nati dalle reti di Berlusconi).

Si tratta di un pupazzone rosso, ideato nel 1990 e presentato a Striscia la notizia, la cui voce fa la parodia della cadenza genovese. Ebbene: testimonianze fotografiche mostrano il Gabibbo ai funerali di Berlusconi. L’immagine è – o sarebbe – inequivocabile: all’interno del Duomo di Milano, durante il rito funebre, tra i moltissimi presenti si riconosce (e in questo caso non c’è proprio alcuna possibilità di sbagliarsi) la sagoma del Gabibbo.

I commenti

Le immagini sono, o almeno sembrano, tratte dal TG1, con tanto di logo del telegiornale in basso a destra e didascalia del servizio che recita “L’addio a Silvio Berlusconi”.

Sufficienti motivi, insomma, per prendere per vera la presenza di un pupazzone rosso alto due metri nel Duomo di Milano. E per far scatenare commenti al vetriolo. Tra quelli che si possono riportare per intero senza censure c’è, ad esempio, chi ha scritto: “Questi hanno proclamato il lutto nazionale e ai funerali c’era il Gabibbo. Questo Paese ancora riesce a sorprendermi”.

La bufala

No, il Gabibbo non era presente ai funerali di Silvio Berlusconi.

Come ormai sappiamo bene, si è partiti da un elemento reale e lo si è manipolato a proprio piacimento. In questo specifico caso, è stato preso un fotogramma del servizio del TG1 andato in onda alle ore 14.00 di mercoledì 14 giugno. Giorno, appunto, delle esequie di Stato a Silvio Berlusconi. Dopo di che, con un semplice fotomontaggio, è stato inserito tra i presenti all’interno del Duomo anche il simpatico (per chi lo trova tale) pupazzone con l’accento genovese.

C’è un limite a tutto. O no?

Insomma: d’accordo, è certamente sensato avere dubbi sulla liceità dei funerali di Stato e del lutto nazionale, decisi in occasione della morte di Silvio Berlusconi.

Ma pensare che al rito funebre di chi è stato per quattro volte presidente del Consiglio possa avere accesso anche un personaggio di fantasia, è davvero troppo. O no?

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Berlusconi e la rivoluzione dell’immaginario

No, forse no. E forse, se in molti hanno creduto possibile la presenza del Gabibbo ai funerali di Berlusconi, è perché in qualche modo l’ex presidente di Fininvest, Milan e Monza è rimasto per così dire vittima del proprio modo di comunicare.

È Berlusconi che, piano piano, ci ha abituati a un linguaggio (verbale e visivo) sempre più esplicito. A rendere vero ciò che prima era solo immaginabile: dalle battute di dubbio gusto – che non citiamo per motivi di spazio – a comportamenti ben al di fuori di ogni protocollo. E sempre in contesti istituzionali.

Ci ricordiamo tutti l’espressione stizzita di Angela Merkel al vertice Nato di Baden Baden del 2009, quando ha dovuto attendere (a lungo) che Berlusconi finisse una telefonata prima di poterlo salutare.

Gli esempi della trasformazione dell’improbabile in realtà sarebbero innumerevoli. Ma, senza andare troppo indietro nel tempo, pensiamo solo al finto matrimonio ultra kitsch consumato dallo stesso Berlusconi con Marta Fascina. Era tutto autentico: cerimonia, torta, invitati. Tutto tranne… il matrimonio stesso, che non si è mai celebrato.

Cosa volete che sia un Gabibbo in più o in meno dentro il Duomo di Milano.  

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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