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Perché gli smartphone costano sempre di più? No, non è solo l’inflazione

No, non è una vostra impressione. Ogni hanno gli smartphone aumentano in prezzo; tanto che la domanda sorge spontanea: perché costano sempre di più? La risposta ha solo in parte a che fare con l’economia in generale: l’inflazione non è l’unica “colpevole”. Anche le nostre abitudini e le nostre aspettative giocano un ruolo importante.

Perché gli smartphone costano sempre di più?

Ogni anno che passa, il prezzo degli smartphone cresce inesorabilmente. L’epoca in cui si poteva acquistare uno smartphone top di gamma senza superare la soglia dei 1000 euro è ormai un ricordo lontano. Alcuni modelli, specie i pieghevoli e le versioni con più memoria (fino a un terabyte), superano senza difficoltà i 2000 euro.

Senza dubbio, l’andamento generale dell’economia gioca un ruolo in tutto questo. Ma non giustifica del tutto l’aumento dei prezzi. Negli Stati Uniti, dal 2013 a oggi i prezzi per i prodotti sono aumentati in media del 41,89% (l’Italia ha valori simili, leggermenti più alti). Nello stesso tempo, il prezzo dello smartphone americano per eccellenza, iPhone, è più che raddoppiato per la versione più costosa. iPhone 5s da 64GB costava 959 euro, mentre iPhone 15 Pro Max da 1TB costa 1989 euro.

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iPhone 15 Pro Max

Per gli altri smartphone, il prezzo è aumentato ancora di più. Nel 2013, Galaxy S4 di Samsung costava 699 euro, il Galaxy S23 a inizio di quest’anno costava 979 euro nella versione base, ma il modello Ultra con 1TB di memoria arrivava a 1899 euro: quasi tre volte tanto per l’opzione più costosa.

Se il confronto lo portiamo indietro nel tempo (15, 20 anni) il costo dei telefoni cellulari diventa una frazione dei migliori smartphone di oggi. E non possiamo dare colpa solo all’inflazione: ci sono diversi altri fattori in gioco.

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Tecnologie più complesse (e costose da sviluppare e produrre)

Numerosi fattori concorrono a spiegare l’aumento dei prezzi, ben al di là delle oscillazioni dell’economia in generale. Innanzitutto, gli smartphone di oggi sono oggetti sempre più sofisticati, concentrati sulla massima tecnologia, con componenti sempre più performanti ed efficienti. Sono veri e propri potenti computer che teniamo nelle nostre tasche, una situazione ben diversa dal lontano 2000, quando ci bastava un Nokia 3310 per mandare SMS e giocare a Snake. E diversa anche da tempi più recenti, come dieci o anche cinque anni fa.

Questa maggior tecnologia si nota nelle componenti: processori decisamente più potenti, quantità di memoria superiori (dieci anni fa non si andava oltre i 64GB, oggi si arriva al terabyte). E poi fotocamere con sensori grandi e costosti. Ma quello che è davvero cambiato è la nostra dipendenza da queste tecnologie – che non sono necessarie, ma sempre più comode.

Utilizzare le app bancarie senza recarsi in filiale, pagare con lo smartphone senza tirare fuori la carta di credito e catturare foto di alta qualità senza l’ingombro di fotocamere dedicate. Tutto questo dipende dalla capacità di calcolo dei nostri dispositivi mobile, sempre più performanti e anche più sicuri.

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Più persone sono disposte a spendere per lo smartphone perché è diventato un centro nevralgico per molti di noi: lo usiamo per lavorare, per viaggiare, per vivere tutti i giorni. Se una volta tutti avevano anche un computer (almeno in ufficio) su cui contare, sempre più utenti hanno lo smartphone come strumento principale per l’interazione online – e quindi possono spendere di più. E le aziende lo sanno: possono proporre smartphone anche molto sopra i mille euro perché sanno di trovare acquirenti.

Aumento del costo delle materie prime

Un altro motivo determinante di questo trend è rappresentato dalle materie prime, in particolare i minerali contenuti nelle batterie ricaricabili e nei chip. Questi materiali sono sempre più richiesti, anche a causa della transizione ecologica in corso. Infatti, molti dei minerali presenti negli smartphone si trovano anche nei pannelli solari e nelle automobili elettriche.

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Il litio è un ottimo esempio: se nel 2013 costava 5,64 dollari al chilogrammo, nel momento in cui scriviamo questa recensione vale 14,46 dollari al chilo. Quasi tre volte tanto – ma molto di meno rispetto al picco toccato a novembre 2022 a 81 dollari al chilogrammo. Aziende intelligenti regolano il prezzo e le scorte per gestire al meglio questi sbalzi, ma devono anche affrontare la realtà dell’aumento medio dei costi. E molto spesso questo si ripercuote sul prezzo dei dispositivi.

Tecnologie innovative per distinguersi

Nel 2007, quando il primo iPhone debuttò sul mercato, competeva solo con i primi smartphone Android e i “vecchi” cellulari. Presto però sono arrivate alternative interessanti, con prezzi competitivi. E questo continua anche oggi: con tante diverse aziende sul mercato, la fascia media ed entry level offre smartphone davvero ottimi a prezzi tutto sommato bassi. Ma quando si parla di top di gamma, del meglio del meglio, la competizione ha portato il prezzo nella direzione opposta rispetto al classico “livellamento del mercato“.

Un tempo, la maggior parte dei produttori Android competeva soprattutto sul prezzo. Ma in un mercato che chiede sempre più smartphone top di gamma, ogni produttore lancia la propria soluzione. Questa saturazione richiede ai produttori una strategia chiara e innovazioni impressionanti per distinguersi.

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Le aziende sanno che i consumatori, superata una certa soglia di spesa, non si accontentano della “miglior fotocamera per il prezzo”. Vogliono la miglior fotocamera, punto. Quindi aziende come Apple e Google investono milioni per sviluppare il miglior software possibile, altri produttori siglano partnership con brand specializzati nella fotografia. Tutti vogliono il miglior sensore, le ultime novità.

Tuttavia, investire in innovazione comporta costi economici notevoli. Non solo per la fotografia, ma anche per lo sviluppo di nuove tecnologie, come gli smartphone con schermo pieghevole. Inoltre, una volta che si ha il prodotto diverso e migliore, bisogna farlo conoscere. Quindi, le compagnie investono altri soldi per le campagne pubblicitarie che promuovono queste novità.

Gli smartphone costano sempre di più: perché non è per forza una brutta notizia

Inflazione, costo delle materie prime, maggiore domanda (con meno limiti di spesa), costi di sviluppo e marketing in continuo aumento. E oltre a questi trend, ci sono fattori particolari difficili da prevedere: le sanzioni USA verso la Cina, i costi energetici che dipendono dalla geopolitica e molto altro ancora. La somma di tutti questi fattori ha portato a un aumento significativo dei costi di produzione degli smartphone. Che si ripercuote sulle nostre tasche.

Tuttavia, si può trovare più di un lato positivo. Chi di noi non può fare a meno dei top di gamma, perché vuole il meglio, può usarli a lungo. Gli smartphone di qualità possono durare tranquillamente 4-5 anni se curati con attenzione. Molte più aziende supportano a lungo gli smartphone anche a livello software. Questo permette di spalmare il costo in più anni. E permette anche di comprare top di gamma dell’anno precedente ricondizionati, senza rinunciare alla qualità.

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Inoltre, chi preferisce spendere di meno può trovare smartphone di fascia media e anche bassa che hanno buone tecnologie: magari non la miglior fotocamera, ma ricarica rapida e autonomia, chip potenti, software capaci di tutto. Questo anche perché le aziende, dopo aver investito in ricerca e sviluppo per una tecnologia per il proprio top di gamma, negli anni successivi portano le migliori tecnologie anche su prodotti meno costosi per giustificare i costi.

Forse questi due fenomeni sono solo consolazioni. Ma dimostrano che il mercato smartphone è maturo: ci sono offerte su molte fasce di prezzo e il supporto ai clienti è migliore rispetto al passato, in media. Infine, va tenuto presente che gli smartphone da 2.000 euro non sono pensati per tutti. Se è vero che gli smartphone top di gamma costano sempre di più, è altrettanto vero che il 99% degli utenti può restare sotto ai mille euro senza pentirsene. Anzi, molti sono contenti con smartphone sotto i duecento: dipende dall’utilizzo. Per questo, quando si parla di tecnologia, meglio leggere qualche recensione in più e capire ciò di cui si ha veramente bisogno.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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