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Lost: Perché guardarla?

È un classico della serialità moderna e non può mancare nelle conoscenze di un appassionato

Sedici anni fa un aeroplano cadeva dal cielo e il mondo della serialità televisiva cambiava per sempre. Oggi il nostro viaggio continuo tra gli show più imperdibili della storia passa da una delle tante isole misteriose della TV, forse la più famosa e oscura, per parlare di Lost. Assoluto cult televisivo della seconda metà degli anni ’00, è un’opera che non potete assolutamente perdervi e che vale la pena di vedere. O rivedere, per comprenderne meglio i dettagli.

Lost, di cosa parla la serie TV cult?

lost perche guardarlaÈ il 23 settembre del 2004. L’aereo Oceanic 815 sta volando da Sydney a Los Angeles, quando improvvisamente incontra una turbolenza molto violenta. Improvvisamente l’aereo si spezza a metà e la parte frontale precipita sulla spiaggia di un’isola in mezzo al mare. A sopravvivere sono in 48, che si trovano quindi costretti ad adattarsi alla vita dopo il disastro, in attesa dell’arrivo di ipotetici soccorsi.

Tuttavia c’è qualcosa che non quadra. Superati i primi momenti di organizzazione grazie alla leadership improvvisata del medico Jack, i sopravvissuti si rendono conto che l’isola non è quello che sembra. Ci sono presenze misteriose all’opera, minacce nascoste nell’ombra e una serie di oggetti completamente fuori posto. L’isola è custode di innumerevoli segreti e sarà importante chiarirli per riuscire a tornare a casa sani e salvi.

È con questa premessa che parte Lost, una delle serie TV più importanti degli ultimi vent’anni. Uno show che da subito si è affermato come un vero e proprio fenomeno culturale, capace di conquistare un pubblico enorme e, in qualche modo, contribuire al rilancio del mezzo televisivo. Una rivoluzione che ha colpito sia gli Stati Uniti che l’Italia, grazie alla sua trasmissione in chiaro. Lost è stata la chiave che ha aperto la porta all’amore per le serie TV per moltissimi di noi.

Questo è stato possibile grazie a una delle storie più appassionanti di sempre. L’incastro continuo di misteri, da quelli più modesti a quelli più estesi, l’uno sull’altro ha conquistato l’attenzione di milioni di spettatori. Una continua ricerca della sorpresa, che ha regalato momenti di televisione altissimi e creato ricordi indimenticabili. Analizziamo meglio questo aspetto, schivando qualsiasi spoiler.

Il mistero come motore della narrazione

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Puntata dopo puntata, Lost costruisce una storia sempre più complessa, usando come mattoni i segreti dell’isola e non solo suoi. Tutto quello che accade, che viene mostrato allo spettatore, in qualche modo contribuisce a creare nuove domande.

C’è un attento bilanciamento su come distribuire questi quesiti, in termini di dimensioni. Ci sono sì i misteri più grandi e articolati, come quello relativo alle misteriose presenze dell’isola, ma a questi si accompagnano segreti più piccoli e potenzialmente significativi. Gli autori riescono (fin troppo bene) a creare interesse per ogni singolo dettaglio: anche un semplice oggetto trovato in tasca da un personaggio dopo l’incidente creerà curiosità sul perché si trova lì.

Quello su cui poi non si può discutere è l’eccezionalità di Lost in termini di cliffhanger e colpi di scena. Questo show è pieno di momenti che vi lasceranno completamente a bocca aperta e altrettanti che vi lasceranno con il fiato sospeso. Almeno uno di questi finali aperti peraltro meriterebbe di essere incluso tra i migliori di sempre per la serialità. Quando la vedrete, tenete a mente che all’epoca dovevamo attendere almeno una settimana tra un episodio e l’altro e tre mesi o più dopo il finale di stagione. Giorni e giorni di teorie, riflessioni e ipotesi per cercare di risolvere i misteri, attingendo a una mitologia sempre più complessa.

Tutto questo ha generato una sorta di bolla di hype intorno a Lost, che ha generato delusione in qualcuno per la sua conclusione. Non fatevi scoraggiare però dai commenti negativi che potreste aver sentito: per quanto l’atmosfera dello show si trasformi, la sua chiusura funziona. Tutto avrà risposta, anche se non sempre si tratterà di spiegazioni dirette. Un aspetto che può causare un senso di insoddisfazione, ma che si può curare facilmente con tuffi nelle pagine e pagine dedicate e magari un bel rewatch.

La forza segreta di Lost sono i suoi personaggi

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Tuttavia non bisogna fare l’errore di pensare che questa serie sia diventata il successo che è solamente grazie ai suoi cliffhanger e misteri. Si tratta solo degli elementi più evidenti, ma che non avrebbero avuto lo stesso effetto senza un concreto lavoro sui personaggi.

Fin dalla prima stagione, Lost ci presenta un gruppo enorme di protagonisti, riunendo una compagnia estremamente variegata. Ciascuno di loro ha un proprio personale arco narrativo, che si incrocia con quello degli altri sopravvissuti al disastro aereo, e che parte ben prima di questo momento.

Grazie all’espediente ingegnoso di dedicare ogni puntata a un personaggio nello specifico, analizzando gran parte della storia della settimana dal suo punto di vista e soprattutto spiegando via flashback la sua vita ‘prima dell’isola’, lo spettatore è portato direttamente nella mente di ciascuno dei passeggeri dell’Oceanic 815. Questo gli permette di creare una connessione fortissima non solo con figure centrali come Jack o Kate, ma anche con personaggi apparentemente secondari.

Senza questo lavoro di legame tra spettatore e personaggi, i misteri non sarebbero altrettanto appassionanti. Scoprire di più sui segreti di ciascuno dei sopravvissuti è così interessante proprio perché vogliamo conoscerli, siamo affezionati a loro e temiamo per le loro sorti. Alcuni dei momenti più intensi e memorabili della storia di Lost non derivano da maestose rivelazioni, ma dai personaggi stessi.

Lost è fondamentale per conoscere la storia della televisione moderna

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Per questi e per tanti altri motivi, Lost si è affermato come un classico moderno della televisione. Uno show che è stato una pietra miliare per la serialità, contribuendole a fare un passo avanti ulteriore e consolidando l’idea dello sviluppo di una golden age del medium. Va assolutamente vista e, nel caso già la conosciate, perché non provare a ripassarla a dieci anni dal finale?

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  • cartone plastica
  • vedi singole stagioni (Direttore)

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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