fbpx
Videogiochi

Battlefield V, la nostra prova all’EA Play di Los Angeles

All'EA Play 2018, manifestazione parallela all'E3 di Los Angeles, Electronic Arts ha riunito le sue più grandi novità in unico, grande hub aperto a stampa e pubblico. In tale occasione abbiamo potuto mettere le mani su Battlefield V, prossima incarnazione del colossale sparatutto di EA DICE che ci porterà in esplorati scenari della Seconda guerra mondiale.

Ci siamo dunque fiondati nelle brutali battaglie delle Grand Operations, prima novità di quest'ultimo capitolo, e siamo pronti per parlarvene nel nostro hands-on ufficiale.

Grand Operations, sbarco in Norvegia

Le Grand Operations rappresentano a tutti gli effetti la naturale evoluzione delle Operations di Battlefield 1, capitolo con cui la nuova fatica di DICE condivide ben più del semplice motore grafico – il solito Frostbite, con tutti i pregi del caso.

Parliamo di enormi partite asimettriche costituite da più fasi, o meglio, Giornate. Le battaglie si svolgeranno infatti nell'arco di diversi giorni, due nel caso della demo all'EA Play, e che passeranno a tre o a quattro giornate nella versione finale del gioco. In 64 ci siamo sfidati nel primo scontro delle Grand Operations, 32 vs. 32, lotta che è stata ospitata dalla mappa Narvik ambientata nella fredda Norvegia.

Il nostro team, quello degli Alleati, aveva l'obiettivo di sfondare le linee di difesa dell'esercito Nazista e distruggere i loro cannoni di artiglieria. Non è stato un compito alquanto semplice: gli avversari hanno difeso con determinazione i principali punti d'interesse, potendo contare sulle fortificazioni costruite dagli stessi soldati – e di cui vi parleremo a breve – e su un più vantaggioso posizionamento dei punti di respawn.

Gli Alleati si sono fatti comunque valere. Il team d'attacco ha la possibilità di paracadutarsi in qualsiasi punto della mappa, una chance che può essere colta per sorprendere il nemico atterrando alle sue spalle – o in una posizione particolarmente strategica in offensiva.

Per essere chiari, una delle prime novità di Grand Operations risiede nel fatto che i giocatori avranno accesso all'intera mappa, sin dall'inizio del match, là dove le Operations di BF1 prevedevano l'unlock delle aree alla fine di determinati fasi del gioco.

Altra introduzione di Battlefield V riguarda il già citato sistema di building, un vero e proprio punto di svolta per l'intero comparto multigiocatore.

La fazione posizionata in difesa avrà la possibilità di costruire fortificazioni e qualsivoglia tipo di barriera per proteggersi dagli assalti nemici o per salvaguardare i punti d'interesse, come i cannoni d'artiglieria di cui sopra. Avendo giocato in veste di attaccanti non abbiamo avuto modo di provare con mano quest'inedita feature, ma siamo stati certamente colti di sorpresa nel momento in cui una piccola muraglia è stata eretta tra noi e l'obiettivo.

La nuova meccanica inerente alle costruzioni rimanderà ad un'altra fondamentale caratteristica dello sparatutto EA DICE: il gioco di squadra.

Vero, sarà l'ennesima volta che Battlefield ci incita a collaborare con i nostri compagni di gioco, ma ora più che mai il team working appare decisamente sensato. Per i difensori sarà necessario coprirsi le spalle durante le fasi di costruzione – che non saranno propriamente brevi – così come per gli attaccanti sarà importante muoversi in gruppo, o perlomeno in coppia, al fine di avere sempre un paio di occhi in più in direzione del fronte nemico.

In parole povere, Battlefield V non è un gioco per lupi solitari. I riflessi fulminei e la maestria del joypad faranno la differenza, ma non basteranno per guadagnarsi l'ambita vittoria. Il trionfo si otterrà con la strategia, con la costante comunicazione con i propri compagni circa i movimenti da effettuare e, soprattutto, con estrema cautela.

Le novità di Battlefield V non si limitano a quelle appena citate. L'FPS accoglierà un nuovo sistema di sottoclassi – definiti dagli stessi sviluppatori Archetipi – che aggiungeranno un ulteriore substrato per ciascuna delle quattro classi disponibili, quindi Assault, Recon, Medic, Support, fatta eccezione per quest'ultimo che vanterà ben due sottoclassi distinte.

La demo non prevedeva alcun tipo di dimostrazione legata alla campagna a giocatore singolo, ovvero quella modalità War Stories che ci porterà alla scoperta di scenari mai visti prima d'ora in una trasposizione virtuale della Seconda guerra mondiale. Stesso discorso vale per la Battle Royale mode, evidente risposta al Blackout di Black Ops 4.

Abbiamo però potuto dare uno sguardo ravvicinato al comparto tecnico dello shooter.

Sul profilo grafico Battlefield V non prende troppe distanze dal già citato Battlefield 1, migliorando solo lievemente il livello di dettaglio di scenari e personaggi e proponendo, comunque, una più convincente effettistica atmosferica – ci siamo lasciati catturare dalle bufere di neve di Narvik. Parliamo pur sempre di una demo PC, andrà dunque analizzato il risultato finale anche per quanto concerne la futura versione console.

Ricordiamo che Battlefield V arriverà il 19 ottobre 2018 su PS4, Xbox One e PC. Sarà in tale data che scopriremo se EA DICE sarà riuscita a ridefinire gli standard dei first-person shooter, grazie a ciò che si presenta come l'esperienza bellica definitiva.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Pasquale Fusco

A metà strada tra un nerd e un geek, appassionato di videogiochi, cinema, serie TV e hi-tech. Scrivo di questo e molto altro ancora, cercando di dare un senso alla mia laurea in Scienze della Comunicazione e alla mia collezione di Funko Pop.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button