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Trending On Streaming: Regina Cleopatra, la docu-serie Netflix

Ampiamente polemizzata prima ancora che giungesse sugli schermi, con una causa a Netflix intentata dall’avvocato egiziano Mahmoud al-Semary, è arrivato un racconto che per alcuni avrebbe contraffatto la verità dei fatti. Perché? L’attrice protagonista de Regina Cleopatra è nera, dunque non conforme alla reale sovrana vissuta quasi 2000 anni fa in Egitto. Un fatto sostenuto da molti, ma non da tutti. A partire dalla produttrice esecutiva del progetto, Jada Pinkett Smith.

Regina Cleopatra: una fresca rilettura dell’Antico Egitto

Uno show molto atteso, quello che in quattro episodi racconta la storia di una delle sovrane più famose della storia del mondo. Regina Cleopatra è un prodotto che desidera dare lustro ad ampio respiro circa la vita di una leggendaria regina africana. Oltre a voler riscoprire nel dettaglio il genio politico di Cleopatra.

Una potente sovrana che si ritrova sul trono a soli 17 o 18 anni, dovendo gestire non solo la minaccia dei Tolomei, ma anche i tre fratelli minori. Questi ultimi sono stati educati da eunuchi e dunque potrebbero aver maturato fin dall’infanzia alcune considerazioni deviate e influenzate.

cleopatra

Nel mondo del cinema, finora, Cleopatra è stata spesso ricordata per il suo fascino e il potere seduttivo, dimenticando forse uno dei punti cardine della sua personalità: l’amore per lo studio. Ancor più forte di quello per la politica. In questa versione infatti, l’attrice Adele James nei panni della regina va oltre il classico stigma di femme fatale spesso presentato finora, e che ha messo in disparte altri suoi valori.

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Dunque Regina Cleopatra riesce in questo intento? La partecipazione di studiosi e autori di diversi libri a lei dedicati arricchiscono parecchio la docu-serie. Nel montaggio della stessa la prima affermazione, quasi provocatoria, presentata: “Non mi interessa quello che ti insegnano a scuola; Cleopatra era nera”.

Tra fiction e Storia: ottimo equilibrio, scarsa coerenza

Parola di Shelley P. Haley (o meglio, di sua nonna). Haley è Edward North Chair of Classic, Professoressa di African Studies all’Hamilton College ed esperta nell’applicazione degli approcci femministi neri e della razza critica allo studio e all’insegnamento dei classici. Questa, come tante altre a seguire, è la testimonianza di uno degli esperti coinvolti nella serie, i cui interventi ben si alternano alla parte più “fiction” di Regina Cleopatra.

cleopatra 2

L’equilibrio tra i due volti di questa stessa medaglia infatti è ben calibrato, senza alcuna particolare pesantezza nell’alternanza tra parti recitate e parti più documentaristiche. Se il contralto è ottimo, anche la recitazione è ben orchestrata. Mostra la sovrana e gli altri personaggi in maniera coerente con le testimonianze storiche raccontate dagli esperti.

Un neo importante però si rivela man mano che si procede con la serie: non mancano diverse incongruenze storiche, una pecca importante per una docuserie. Se nel primo episodio si asserisce che la pelle della sovrana fosse nera (una delle principali tesi che hanno scatenato l’ira di avvocati e popolo egiziano) questa viene però screditata dalla sua discendenza greco-tolemaica. Potremmo anche evidenziare la mancanza di parecchie informazioni inedite. Il racconto da parte degli esperti sembra spesso recuperare quanto ci viene raccontato nei più classici sussidiari scolastici.

La docuserie Regina Cleopatra è disponibile su Netflix

Dal 10 maggio, i quattro episodi diretti da Jada Pinkett-Smith e Ben Goold, con la regia di Thina Garavi, sono disponibili su Netflix, portando una ventata di storicità al catalogo del provider streaming. Un titolo che fa il suo dovere se considerato come un prodotto adatto alla divulgazione pop di una vicenda quasi leggendaria, di cui non si riescono ancora oggi a recuperare parecchie nozioni. E se da un lato, la pecca sta proprio nella leggerezza, e talvolta distonia, delle affermazioni riportate, dall’altro rimane comunque una docuserie piacevole e con quel portato storico e divulgativo che non fa mai male. A prescindere dal colore della pelle di Cleopatra, che di certo non ha interferito con ben altre questioni storico-politico più importanti (e testimoniate).


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