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Destiny 2 I Rinnegati: abbiamo provato la modalità Azzardo

All’E3 di Los Angeles abbiamo provato Destiny 2 Azzardo, la nuova modalità di Forsaken, il nome originale de I Rinnegati in inglese, che segna un punto di svolta per la saga di Bungie. Molto già si sapeva sul futuro del colossal dopo il reveal di una settimana fa e di cui vi avevamo raccontato tutto qui. Oltre alla modalità Azzardo abbiamo provato anche la prima missione della storia e abbiamo scoperto quanto è potente il nuovo arco…

Cayde-6 RIP

Sì, Cayde-6 muore. Non è un segreto, basta guardare il trailer dell’E3. Nell’universo di Destiny la morte è un concetto relativo, perché i guardiani sono di fatto immortali e vengono resuscitati dagli spettri ogni volta che muoiono. Cayde però è un exo e nel lore di Destiny ci sono delle interpretazioni che non prevedono la possibilità per un Exo di resuscitare con la sua consapevolezza e personalità, quindi un Cayde-7 non avrebbe lo stesso senso dell’umorismo di Cayde-6…

Una cosa è certa, Bungie è riuscita decisamente a far parlare di Forsaken con la morte di Cayde-6. Dovremo aspettare il lancio di Destiny 2 Forsaken il 4 settembre (mi piace molto di più de I Rinnegati) per scoprire davvero come andrà a finire…

Armi vecchie e nuove

Prima di raccontare le nostre sensazioni nelle due modalità di Destiny 2 Forsaken che abbiamo provato, va fatta una indispensabile premessa sui cambiamenti al sistema delle armi che avremo da settembre. Torneranno le caratteristiche casuali, con un ritorno al passato di Destiny 1 e cambieranno le tipologie di armi che potremo attrezzare nello slot cinetico, energetico e pesante del nostro personaggio. E poi potremo utilizzare l’arco, un nuovo tipo di arma mai visto prima in Destiny. Fra tutte le cose che abbiamo giocato all’E3, l’arco è la cosa che ci ha colpito di più. Ma di tanto rispetto a tutto il resto. Soprattutto nella missione abbiamo usato praticamente tutto il tempo un arco esotico nello slot energetico, che aveva un perk pazzesco e che ad ogni headshot applicava danno ad area a tutti nemici circostanti. Quello che ci ha colpito di più però è la stabilità e la precisione dell’arco. Una volta capito che andava teso al massimo prima di scoccare la freccia, si riuscivano a fare headshot con una precisione inarrivabile con qualsiasi altra arma, perché l’arco non ha alcun rinculo ed è davvero facile mirare alla testa anche da distanze notevoli. A livello di danno un headshot con l’arco faceva più di 2000 di danno, in pratica un boss giallo di fine livello andava giù con 4/5 headshot. In PVE è decisamente OP (over powered, troppo potente) e anche tralasciando la quantità di danno, che in questa fase di pre-alpha del gioco non è significativa, siamo certi che da qui al lancio ci sarà un bilanciamento. Non abbiamo provato l’arco in PVP classico, ma il fatto che il tempo per tendere al massimo l’arco è significativo, non è detto che sarebbe altrettanto devastante.

Gambit: un mix di PVE e PVP

La nuova modalità Azzardo è originale non solo per Destiny ma in generale nel panorama degli sparatutto. Due squadre si confrontano in due arene attigue ma separate, dove devono uccidere dei nemici per ottenere dei frammenti da inserire in una sorta di reattore. Ogni giocatore può tenere fino a 15 frammenti, ma se muore prima di inserirli nel reattore si perdono. Inserendo 5, 10 o 15 frammenti insieme viene invocato un “blocker” nell’arena avversaria che andrà sconfitto prima che gli avversari possano continuare a depositare i frammenti. Quando si arriva a 75 frammenti appare un “primeval”, il boss finale. La squadra che sconfigge per primo il boss vince. Mentre si accumulano frammenti, a 25 e 50, si apre la possibilità di invadere l’arena avversaria. Un solo guardiano può usare un portale e creare scompiglio nel campo avversario.

La dinamica sembra complessa ma una volta dentro il gioco tutto fluisce molto velocemente, con un buon ritmo e con la necessità di tenere sotto controllo vari elementi. Non solo azione, però. È necessario anche prendere, velocemente, delle decisioni tattiche, come valutre se far apparire o meno i blocker, che possono far cambiare l’esito della battaglia.

L’esperimento di fondere insieme elementi di PVE e PVP sembra davvero riuscito, da capire cosa farà Bungie per tenere vivo nel tempo l’interesse per Gambit e soprattutto per renderlo vario. Fondamentale sarà scoprire quali saranno le ricompense, perché come sempre non possiamo fare a meno del loot…

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Vittorio Manti

Gamer per passione da quando avevo 9 anni e chiesi come regalo della comunione una console invece della bicicletta (era il lontano 1979), da oltre vent’anni scrivo di tecnologia e videogiochi e ho diretto alcune delle testate più importanti del panorama editoriale italiano, come Il Mio Computer, Chip e negli ultimi anni Euronics Movies&Games.

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