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AstraZeneca ritirato per gli effetti collaterali? La bufala della settimana

Ecco i veri motivi

Qualche settimana fa, in questa rubrica, scrivevamo che le bufale intorno al Covid, di ispirazione no vax, stanno tornando in auge.

Ed è un fatto curioso, almeno perché i mesi della pandemia sono passati, e anche l’annoso l’argomento dovrebbe essere superato. Ma evidentemente le idee antiscientifiche sono dure a morire.

Figurarsi se i complottisti non avrebbero sfruttato un’occasione ghiottissima: il fatto che AstraZeneca ha ritirato dal mercato il suo vaccino contro il Coronavirus.

La notizia, clamorosa, ha fatto rialzare la testa a tutti coloro che insinuavano dubbi sull’efficacia del siero, e anzi avevano evidenziato i suoi rischi. E ora, tutti quelli che in passato hanno irriso e bollato come antiscientista chiunque storcesse il naso di fronte al vaccino, devono chiedere scusa. Ma è davvero così?

giovane con capelli e barba rossi legge un giornale il cui titolo è FAKE NEWS

AstraZeneca ritira il suo vaccino

Partiamo dalla notizia, inconfutabile. Da martedì 7 maggio Vaxzevria, il vaccino contro il Covid di AstraZeneca, è stato ritirato dall’Unione Europea. La decisione dell’azienda è stata confermata da un avviso dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali.

Il vaccino di AstraZeneca, che non si produce più da marzo, è dunque stato ritirato dal commercio.

Inutile dire che, dal momento in cui la notizia è stata resa pubblica, chiunque nutrisse (ma su quali basi scientifiche?) dubbi sull’efficacia del siero, ha esultato. E ha diffuso la notizia in rete, mostrando la legittimità dei propri sospetti.

Dove sta la verità?

Il vero motivo del ritiro di Vaxzevria

No vax, complottisti e dietrologi devono riporre le armi: il vaccino di AstraZeneca non è stato ritirato a causa dei suoi effetti collaterali.

Il vero motivo è che Vaxzevria non è un vaccino aggiornato, e quindi risulta poco efficace contro le ultime varianti del virus.

In parole semplici, si tratta di un vaccino tradizionale, che a differenza dei vaccini a mRna si dimostra meno adattabile alle varianti del Covid.

Da lì la decisione di sospendere la produzione, e poi quella di metterlo definitivamente fuori commercio. Ma ciò non può negare la sua enorme efficacia nei mesi più acuti della pandemia.

Vaxzevria e gli effetti collaterali

Chi ha impugnato la notizia del ritiro del vaccino di AstraZeneca per distorcere la realtà, si è rifatto al rischio di trombosi con trombocitopenia, riscontrato soprattutto nei giovani adulti.

Si tratta tuttavia di un evento che si verifica in 2 o 3 persone ogni 100.000. Come per ogni vaccino, il punto non è se ci siano o meno gli effetti collaterali, ma la proporzione tra rischi e benefici.

Il limitato rischio di trombosi, peraltro, non è mai stato taciuto dall’azienda, che lo indica nel bugiardino dal marzo del 2021. A seguito di ciò, l’Ema si è affrettata a ricordare che “i benefici del vaccino nel combattere la minaccia della Covid-19 continuano a superare il rischio di effetti collaterali”.

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Il sensazionalismo

Ma come si è comportata la stampa negli ultimi tempi?

Tralasciando le testate di scarsa o nulla scientificità, si può prendere invece l’esempio della trasmissione Report.

In un post del 30 aprile, il conduttore Sigfrido Ranucci ha scritto su Facebook: “AstraZeneca ammette, vaccino può causare sindrome da trombosi. Ora chi attaccò Report e il sottoscritto di essere dei no vax dovrebbe chiedere scusa. Noi, pur riconoscendo l’utilità dei vaccini in termini di prevenzione, fummo gli unici ad aver il coraggio di denunciare le reazioni avverse e la necessità di verificarle.

30 Aprile (LaPresse) – Il colosso farmaceutico britannico AstraZeneca ha ammesso per la prima volta nell’ambito di una causa nel Regno Unito che il suo vaccino contro il Covid-19 può causare ‘in casi molto rari’ un effetto collaterale noto come Thrombosis with Thrombocytopenia Syndrome, sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Lo riporta il Telegraph”. Eccetera.

A parte la personalizzazione del discorso (addirittura con l’espediente retorico della richiesta di scuse…), c’è una vistosa incongruenza temporale. AstraZeneca ammette il raro rischio di trombosi legato al siero già dal 2021, e non come conseguenza di una class action nel Regno Unito o dell’eroica azione di Report.

A leggere il post di Ranucci, pare che l’azienda abbia fatto di tutto per tacere il problema e poi, messa davanti all’evidenza, abbia dovuto ammettere.

Il che induce a pensieri non lieti. Le notizie non sono travisate solo da complottisti (per ignoranza o malafede), ma anche da professionisti stimati che hanno bisogno di trovare lo scoop ed ergersi a paladini della giustizia.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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