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Bonus mamme lavoratrici 2024: cos’è, a chi spetta

Sarà una decontribuzione extra

Nelle ultime settimane sono state introdotte diverse agevolazioni, alcune già attive e altre contenute nella manovra 2024.

Tra le prime c’è il bonus destinato ai lavoratori part time, che si può richiedere a partire da lunedì 13 novembre. Ricordiamo poi i vari rifinanziamenti del bonus trasporti, con click day fissati il primo giorno di tre mesi consecutivi: settembre, ottobre e novembre.

L’anno prossimo ci attendono invece il bonus spesa per acquisti alimentari di prima necessità e quello riservato alle partite Iva che abbiano subito un decremento del reddito di almeno il 70%.

L’Ufficio parlamentare di bilancio ha ora stabilito una nuova misura per il 2024, il bonus mamme lavoratrici. Scopriamo di cosa si tratta e chi potrà richiederlo.

Il bonus mamme lavoratrici

Il bonus mamme lavoratrici sarà una decontribuzione extra, cioè una diminuzione dell’importo dei contributi previdenziali e assistenziali nelle retribuzioni delle lavoratrici.

È lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio che illustra la misura attiva dal 2024: “Gli sgravi contributivi non si traducono interamente in un incremento del reddito disponibile. Il beneficio al netto delle imposte crescerà progressivamente fino a attestarsi su circa 1.700 euro, raggiunti in prossimità della retribuzione lorda di 27.500 euro, valore che resta pressoché costante per le retribuzioni superiori”.

Spieghiamo meglio cos’è, e chi riguarda, il bonus mamme lavoratrici.

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Cos’è il bonus

Il bonus mamme lavoratrici partirà nel 2024 e coprirà un triennio, sino al 2026.

È pensato per le madri con tre o più figli di cui almeno uno minorenne e, per il solo 2024, anche per le madri con due o più figli di cui almeno uno di età inferiore a dieci anni. La misura esonera totalmente dal versamento dei contributi fino a un massimale di 3.000 euro lordi.

A chi spetta il bonus mamme lavoratrici

La platea delle destinatarie dell’agevolazione dovrebbe essere di circa 800.000 lavoratrici (quasi il 10% del totale delle lavoratrici, stimato ad agosto in 9,9 milioni).

Come detto, per il 2024 ne potranno fare richiesta le madri lavoratrici con due o più figli di cui almeno uno di età inferiore a dieci anni, mentre per i due anni successivi solo le madri lavoratrici con tre o più figli di cui almeno uno minorenne.

La decontribuzione extra sarà applicabile a chi lavora con contratti a tempo indeterminato, indipendentemente dal livello della retribuzione, senza tetto massimo di stipendio.

Le due categorie escluse

Restano però fuori dal bonus 2024 le mamme lavoratrici domestiche. E anche quelle con un contratto a termine, che in Italia sono circa un milione e mezzo di donne.

Come funziona il bonus in concreto

Il bonus mamme lavoratrici è, dicevamo, un esonero totale dei contributi previdenziali, entro un tetto massimo di 3.000 euro.

Dunque, il datore di lavoro invece di versare i contributi della lavoratrice all’Inps li trasforma in retribuzione a favore della lavoratrice stessa. Lo Stato si occuperà di coprire la quota di contributi non versata dal datore di lavoro.

La lavoratrice, insomma, non dovrà presentare alcuna domanda.

L’aumento in busta paga

Il bonus mamme lavoratrici si somma all’esonero parziale di 6 o 7 punti previsto per tutti i lavoratori con retribuzione sino a 35.000 euro.

La somma della misura varierà al variare dello stipendio. Su una retribuzione lorda di 35.000 euro, il beneficio complessivo (dato dalla somma delle due decontribuzioni) sarà di 1.777 euro netti l’anno, di cui 1.159 euro derivanti dal taglio del cuneo generalizzato e 618 euro dalla misura specifica riservata alle mamme lavoratrici.

Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, la decontribuzione per le mamme sarà destinata per circa il 57% alle lavoratrici con meno di 35.000 euro di stipendio annuo, e per il 43% a chi percepisce retribuzioni più elevate (rispettivamente 680.000 e 100.000 donne circa).

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Il costo dell’operazione

I tre anni di applicazione del bonus mamme lavoratrici costerà allo Stato 450 milioni di euro.

L’applicazione dello sgravio specifico per le mamme comporta per lo Stato un onere di circa 450 milioni di euro. L’impegno economico sarebbe stato più elevato, ma la minore contribuzione a carico del lavoratore genera un gettito maggiore per l’erario.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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