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Ciao, 2021! è la parodia che ci meritiamo

Vi raccontiamo Ciao, 2021!, l'omaggio/parodia della Russia all'Italia che sta facendo impazzire il web.

Da italiani, uno degli interrogativi che ci poniamo più frequentemente è quale sia la reale percezione del nostro Paese all’estero. La nostra immagine fuori dall’Italia è quella di un popolo accogliente, devoto al proprio patrimonio artistico e al turismo, o è invece quella di una massa informe seduta a sua insaputa sopra e intorno alla grande bellezza celebrata da Paolo Sorrentino? Siamo una terra proiettata alla ribalta internazionale, grazie anche ai grandi successi sportivi del 2021 e alla prepotente ascesa dei Måneskin, o siamo invece quel “paese di musichette mentre fuori c’è la morte” descritto con feroce realismo da Boris? A queste domande prova a rispondere per il secondo anno consecutivo il conduttore russo Ivan Urgant, autore e conduttore di Ciao, 2021!, geniale parodia dell’Italia e della sua televisione.

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, Ciao, 2021! è un surreale speciale andato in onda a Capodanno su Pervyj kanal (la principale emittente televisiva russa), interamente parlato in italiano maccheronico, con sottotitoli in russo. Lo show segue il successo di Ciao, 2020!, che lo scorso anno aveva già avuto ampia risonanza in Italia, portando addirittura all’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia per lo stesso Urgant. Quest’ultimo, rinominato per l’occasione Giovanni Urganti, è il cerimoniere di una vera e propria celebrazione della televisione italiana degli anni ’80, in perfetto equilibrio fra trash volontario e sfrontata satira. Una fedele ricostruzione dell’estetica televisiva italiana dell’epoca, che spazia dai bizzarri costumi alle improbabili scenografie, estremizzandone i difetti e la loro stretta correlazione con i nostri usi e costumi.

Non mancano comparsate di nostre celebrità particolarmente note in Russia, come Toto Cutugno, Al Bano, i Ricchi e Poveri e Fedez, che contribuiscono al clima goliardico dello show esprimendosi in uno stentato russo.

Ciao, 2021!: l’Italia vista dalla Russia

«Ciò che siamo è ciò che eravamo», dice Anthony Hopkins in Amistad. Una presa di posizione difficile da smentire, che ben si adatta anche all’Italia e al periodo compreso fra anni ’80 e primi anni ’90, coincidente con l’esplosione della televisione commerciale e alla conseguente reazione (spesso scomposta) della televisione pubblica. Un panorama televisivo che, anni luce prima delle piattaforme streaming, ha letteralmente formato, nel bene e nel male, intere generazioni di italiani, diventando una sorta di balia per i più piccoli, un punto di riferimento culturale per i giovani, uno strumento di evasione per gli adulti e un compagno di vita per gli anziani. Un fenomeno che non si è fermato al nostro Paese, ma ha tracimato in una nazione da sempre affascinata dall’Italia come la Russia, contribuendo a radicare stereotipi non del tutto infondati sugli italiani e sul loro bagaglio culturale.

Con un’attenzione al dettaglio e alla ricostruzione di una precisa atmosfera che ha pochi eguali anche in operazioni nostalgia ben più celebrate, Ciao, 2021! riporta in scena un campionario televisivo solo parzialmente sepolto dall’evoluzione dell’intrattenimento, fatto di luci sparate, grafiche didascaliche, permanenti a gogò, soubrette ipersessualizzate, battute da caserma e soprattutto del nostro sconfinato repertorio di musica leggera, esportato con successo all’estero. Giovanni Urganti guida una pattuglia di personaggi assurdi ma tremendamente realistici, che sembrano usciti dai peggiori varietà nostrani o dalle più deludenti edizioni del Festival di Sanremo, grazie ai quali vengono perpetuati tutti gli stereotipi di un’Italia da cartolina, fuori dal tempo e dallo spazio.

Arrivederci a Sanremo?

Tante le gag da gustare, con un misto di nostalgia e imbarazzo: la presentazione della prosperosa Allegra Michele, che ironizza sull’evidente sessismo della nostra televisione, la versione nostrana di Squid Game, che coinvolge anche Pinocchio, il trailer di Casa AGucci (parodia di House of Gucci) o le tante esibizioni canore da brivido, fusioni di canzoni popolari russe e testi italiani orgogliosamente nonsense. L’apoteosi arriva poi con il saluto alla nazione (l’Italia) di Vladimir Putin, con un video deepfake talmente ben realizzato da acuire la sensazione di straniamento degli spettatori italiani di fronte a Ciao, 2021!: un progetto capace di evidenziare tutto il peggio della televisione italiana, con un affetto tale da rendere estremamente difficile volergli male.

Mentre scorrono i titoli di coda, tramortiti da oltre 70 minuti di bordate all’Italia e all’italianità, non possiamo fare altro che chiederci: siamo veramente questo? È cosi che il resto del mondo ci vede? Qualsiasi sia la risposta, non finisce qui. Nell’attesa di Ciao, 2022!, si fa strada un’ipotesi stravagante ma non troppo, cioè l’approdo sul palco di Sanremo di questa formidabile compagnia, lanciata sia durante lo show, sia con un tweet del profilo ufficiale, accompagnato dall’inequivocabile didascalia “Ci vediamo a Sanremo!”.

Sogno o realtà? Amadeus ha meno di un mese per pensarci. Nel frattempo, vi lasciamo con il link a Ciao, 2021!, che potete vedere o rivedere direttamente su questa pagina.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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