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La recensione di iPhone 15 e 15 Plus: che faccio, cambio?

Il primo pensiero di fronte ad iPhone 15 e iPhone 15 Plus è stato “sì, una recensione facile!“.
E invece no. Ci sbagliavamo.
È evidente che i modelli “base” non ci offrono tutte le novità dei modelli Pro. Ma questo complica le cose invece di semplificarle.

iPhone 15 vs iPhone 15 Plus: quali sono le differenze?

iPhone 15 e 15 Plus sono praticamente identici.
Cambiano però le dimensioni, questo è evidente. E le maggiori dimensioni del 15 Plus hanno due conseguenze.
La prima è che il display è da 6,7 pollici invece che da 6,1 pollici. Sempre OLED. Sempre una gioia per gli occhi. Sempre con una luminosità di picco che ora arriva a 2000 nits, il che significa che la visibilità sotto il sole è effettivamente cresciuta. L’abbiamo confrontato con iPhone 13 e sì, la differenza all’aperto è evidentissima.
Display più grande significa naturalmente più spazio a disposizione per leggere, per guardare i video, per navigare su Internet e molto altro ancora.

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iPhone 15 e 15 Plus differenze compressed

La seconda conseguenza è l’autonomia. Abbiamo usato iPhone 15 per qualche giorno e in media abbiamo fatto 4 ore e mezzo di schermo acceso, con il 15 Plus siamo arrivati a quasi 7 ore.

Per tutto il resto iPhone 15 e 15 Plus sono praticamente lo stesso telefono. Un ottimo telefono. E questo non ci sorprende. E immaginiamo non sorprenda neanche voi.
Questa recensione quindi non serve a stabilire se valga la pena o meno spendere un minimo di 979 euro per questo prodotto perché è evidente che vale la cifra richiesta da Cupertino.
Ci sono però una serie di elementi che ci saremmo aspettati di trovare su un telefono che costa 1000 euro e che invece non ci sono.
Quali sono queste cose? E perché non ci sono? 

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Cosa manca ad iPhone 15/15 Plus?

Dobbiamo fare un discorso a monte.
Ad un certo punto, nella storia di Apple, ci siamo ritrovati con quattro telefoni.
All’inizio era uno, l’iPhone. E basta.
Quattro smartphone sono più complessi da gestire, da progettare, da innovare, però ha senso averli perché così Apple fornisce ai consumatori – a noi – la possibilità di scegliere.
Di scegliere quanto avanzato lo vogliamo.
Di scegliere quanto grande lo vogliamo.
Di scegliere di quanta memoria abbiamo bisogno.
Di scegliere di quale colore lo desideriamo.
E la scelta è importante. Perché in fondo non ci piace che la gente ci imponga qualcosa. Senza contare che nel 2023 amiamo distinguerci dagli altri, e l’ampliamento dell’offerta dell’azienda statunitense ci permette di farlo.

Questi quattro modelli oggi sono nettamente divisi in due fasce: quella “base”, che parte da 979 euro, e quella Pro, che richiedere almeno 1.239 euro.
Queste due famiglie non possono essere uguali e allo stesso tempo ci aspettiamo che si evolvano entrambe ogni anno, quindi a Cupertino hanno fatto una scelta: portare alcune funzioni dei modelli Pro dell’anno precedente sui modelli base dell’anno corrente. 

La chiave è ALCUNE.
Non tutte.
Perché comunque va mantenuta una certa distinzione tra le due fasce.
E questo risponde al perché caratteristiche che sarebbe legittimo avere sui modelli base in realtà non ci sono. 
Ora però cerchiamo di capire quali sono queste mancanze.

USB-C: ci fermiamo al 2.0

iPhone 15 Plus USB C compressed

La prima è indubbiamente un tecnicismo, una specifica da appassionati.
Proviamo a spiegarvela.
La più grande novità di iPhone 15 e 15 Plus, almeno secondo noi, è il connettore USB-C.

Abbiamo parlato di scelta ma è bene precisare che questa non è esattamente una libera scelta di Apple.
Questa è l’Unione Europea che ha deciso di voler il connettore unico e quel connettore unico, valido per più o meno qualsiasi dispositivo elettronico, è il Type-C.
Apple quindi, volente o nolente, ha dovuto abbandonare il connettore Lightning.
Per noi questo è un evidente plus.
Al di là dei cavi Lightning acquistati in passato e pronti ad essere abbandonati in un cassetto per sempre, avere l’USB-C significa poter usare un caricabatterie per tutto: PC, tablet, telefono, cuffie… la qualunque. E non solo quelli di Apple, ma tutti quanti. Anche quelli dei parenti che usano Android. 

Per Apple questa è una perdita economica, perché la licenza per usare il connettore Lightning ha un costo per chi produce accessori. Sono soldi per l’azienda guidata da Tim Cook, soldi che adesso non entreranno più nelle casse di Cupertino. 

E questo potrebbe farci pensare che gli iPhone quest’anno costano meno – e sì, costano meno – perché vogliono venderne di più per cercare di bilanciare le perdite derivate dall’USB-C.
Ovviamente questa è una nostro ipotesi, non è detto che sia vero.

iPhone 15 recensione USB C compressed

Torniamo però all’USB-C. C’è su iPhone 15. C’è su iPhone 15 Plus. Ma non è lo stesso dei modelli Pro.
L’USB-C qui è nella versione 2.0 che, per semplificare, significa che è 20 volte più lento dell’USB 3.0 che invece abbiamo sui Pro. Qui la velocità di trasferimento è di 480 Megabit per secondo, dall’altra parte abbiamo 10 Gigabit per secondo.
Ora, se dobbiamo essere realisti, non sappiamo quante volte vi capiterà di collegare il telefono al PC e trasferire dei dati. Qualcuno di voi potrebbe banalmente usare un cavo per trasferire i dati dal vecchio telefono a quello nuovo, mettendoci un po’ più rispetto ai Pro ma tenendo in considerazione che è un’operazione che fate una volta sola. Questo significa che l’impatto nel quotidiano di questo 2.0 potrebbe essere quasi inesistenti ma, nonostante tutto, ci saremmo aspettati un 3.0 perché, lo ribadiamo, ci vogliono almeno 979 euro per iPhone 15, che non sono pochi.

iPhone 15 e 15 Plus recensione: niente 120 Hz e niente always-on

iPhone 15 recensione display compressed

Lo confermiamo: il display che rimane un piacere da utilizzare ma ci fermiamo a 60 Hz.
Comprendiamo che il ProMotion elevi i modelli Pro e, con una discreta probabilità, si chiama Pro-Motion proprio per richiamare i modelli Pro.
Non possiamo però ignorare il fatto che molti smartphone, nettamente più economici, ormai si presentano con una frequenza di aggiornamento di 120 Hz, che è esattamente ciò che offre il ProMotion.
Ci aspetteremmo quindi almeno i 90 Hz sui modelli base, perché la maggior fluidità migliora l’esperienza d’uso, sia nella visione di contenuti sia nel gaming sia nell’uso quotidiano.

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Lo schermo è orfano anche dell’always-on display, altro elemento ormai diffuso sulla concorrenza.
Questo però ci stupisce maggiormente perché c’è una funzione di iOS 17, la modalità Standby, che è perfetta insieme all’always-on display: ruotate il terminale durante la notte mentre è in carica e vedete che ore sono sempre oltre a poter interagire con notifiche e widget. Sui iPhone 15 e 15 Plus però dovete tappare sul display per vederlo proprio perché, essendo assente l’always-on, lo schermo non può rimanere sempre acceso.
È una piccola cosa, ce ne rendiamo conto. Alla fine un tap è un gesto che non ruba tempo ma nel 2023 limitare questa funzione alla famiglia Pro non crediamo abbia ancora senso.

Il miraggio del teleobiettivo

iPhone 15 recensione fotocamere compressed

C’è infine un’ultima cosa che ci piacerebbe avere ma è assente: il teleobiettivo. 
Qui però possiamo capire la scelta di Cupertino seppur sia sempre più difficile condividerla.
Perché capiamo? Perché è, ad oggi, una delle differenze più grandi con i modelli Pro.
Considerato che lo zoom dei Pro arriva ad un massimo di 5x, che non è tanto rispetto ad altri smartphone presenti sul mercato, inserirlo anche su iPhone 15 e 15 Plus, anche solo in una versione depotenziata, significava appiattire troppo le differenze. E le differenze definiscono le vendite.
Perché invece non lo condividiamo? Perché ha senso ma è anche vero che non è difficile pensare ad un top di gamma che non abbia una teleobiettivo.

iPhone 15 recensione zoom 2x compressed

Apple però ha provato a trovare un compromesso quest’anno. Sul 15 e il 15 Plus abbiamo uno zoom digitale 2x che nasce come crop del sensore, il che significa che la foto viene scattata con il sensore principale – da 48 megapixel – e poi viene ritagliata una porzione che diventa il vostro 2x.
Non è come quello ottico ma funziona bene. 

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La fotocamera è ancora una garanzia

Visto che stiamo parlando del comparto fotografico, entriamo un po’ più nel dettaglio.
Avete presente quando abbiamo detto che i modelli base di quest’anno ereditano cose dei Pro dell’anno scorso? Ecco, non è questo il caso.

Una delle novità di iPhone 14 Pro e Pro Max è stato il sensore da 48 megapixel.
Su iPhone 15 e 15 Plus abbiamo 48 megapixel ma il sensore non è lo stesso. È più piccolo, con una lente che un equivalente 26 mm e non garantisce le stesse prestazioni né dei 15 Pro né dei 14 Pro.
Rappresenta però un un bel passo avanti perché è dal 2015 che sugli iPhone troviamo un sensore da 12 megapixel. Dall’iPhone 6s. Era ora di cambiare.

La differenza si vede.
Abbiamo usato iPhone 13 per la comparativa perché il suo comparto fotografico è molto simile al 14 e la differenza la potete notare facilmente zoomando un po’ sulle foto.
iPhone 15 ci regala più dettagli. Quei megapixel in più quindi servono, e sono ben ottimizzati. Tanto che il nuovo arrivato cattura immagini a 24 megapixel che però non pensano tantissimo. Giusto un pelo di più rispetto ai 12 megapixel. Con una qualità però che è nettamente maggiore. 

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iPhone 13
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iPhone 15

Potete comunque scattare a 12 megapixel se volete risparmiare spazio. Oppure potete scattare a 48 megapixel se avete preso 512 GB e lo spazio non è un problema.
Sappiate però che in entrambi i casi dovrete agire sul menù per variare la dimensione della foto.
Indipendentemente da questo parametro, potrete poi scegliere se avere i file in formato HEIF, che è pensato per risparmiare spazio ma avere alta qualità, oppure usare i JPG.
Non c’è invece il RAW che rimane esclusiva dei modelli Pro. 

Come sono gli scatti?
Belli. È innegabile. iPhone ti permette di puntare, scattare e goderti una foto bellissima senza chiedervi alcuno sforzo, senza saturare troppo i colori – a parte un piccolo e piacevole boost dell’HDR – e senza perdere il momento.

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Lo zoom 2x digitale poi è comodissimo per i ritratti. Tra l’altro iPhone 15 e 15 Plus non hanno più bisogno che dichiariate che quello è un ritratto cambiando modalità. Se ne accorgono e vi permettono eventualmente di sfocare lo sfondo in post-produzione, direttamente dall’app Foto.
Questo vi fa risparmiare tempo in fase di scatto, senza contare che è utile per chi non si è nemmeno mai accorto dell’esistenza della modalità Ritratto.

iPhone 15 recensione ritratto compressed

Rimangono invece invariate l’ultragrandangolare, che fa il suo ma senza la funzione di macro del Pro, e la fotocamera frontale.

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Anche i video non cambiano: 4K, 60 fps, Dolby Vision HDR, Cinematic Mode…
Ora però potete gradualmente zoomare mentre girate il video con una transizione che è super fluida. 

iPhone 15 recensione video compressed

iPhone 15 e 15 Plus recensione: cosa ereditano da iPhone 14 Pro?

Veniamo ora alle cose che abbiamo ereditato dalla generazione precedente.
La prima è il processore, l’A16 Bionic, che si comporta alla perfezione. Ci fate tutto quanto ed è anche abbinato al nuovo chip per l’Ultrawide Band che potenzia le funzionalità dell’app Dov’è di Apple, così trovate più facilmente i nuovi Watch o gli amici in mezzo alla folla.
E, a proposito di ritrovamenti, c’è anche la connessione satellitare d’emergenza come lo scorso anno. 

iPhone 15 recensione dynamic island esempio compressed

L’altro elemento che ci portiamo dietro dai 14 Pro è la Dynamic Island.
Sparisce il notch finalmente a favore di questa soluzione che ci è piaciuta parecchio. Non per il minor spazio o perché il notch dia fastidio, anzi, dopo pochi giorni neanche vi ricordate della sua presenza.
La Dynamic Island però prevede varie integrazioni, dal mostrarci l’avanzamento di un trasferimento tramite AirDrop al ricordaci che stiamo registrando un memo vocale, e queste integrazioni sono carine da vedere ma soprattutto molto utili e comode nella quotidianità.
Un esempio su tutti? Un tap e raggiungete la canzone che state ascoltando su Apple Music o Spotify, senza cercare l’app specifica.
Tenete poi presente che la presenza di questa caratteristica anche anche sui modelli base potrebbe essere invogliare gli sviluppatori a proporre più integrazioni di quelle attualmente disponibili.

E il design?

Già vi sentiamo dire: “eh, non cambia niente”.
Qualcosina cambia.
Prima di tutto i bordi, adesso leggermente stondati pur mantenendo il caratteristico frame piatto che gli consente di rimanere in equilibrio. 
È un dettaglio, che però lo rende più comodo da impugnare.
Naturalmente è un elemento che non vedrete e di cui non beneficerete se deciderete di usare una cover.

iPhone 15 e 15 Plus compressed

C’è poi un altro elemento che con una custodia finirete per non godervi: il retro.
Apple ha optato per una nuova tecnica che infonde il colore nel vetro e gli dona un effetto matte che gli consente in primis di non trattenere le impronte.
C’è però un rovescio della medaglia: i colori sono un po’ desaturati. L’azzurro in particolare. È vero, tecnicamente sono colori pastello e quindi leggeri per natura ma probabilmente la tecnica ha – per ora – qualche limite.
Non è un difetto naturalmente, anche perché qui entriamo nel campo dei gusti personali, solo una caratteristica che pensiamo sia giusto raccontarvi.

Vi ricordiamo infine che la struttura non è in titanio, come sui Pro, ma in alluminio; manca poi il nuovo Tasto Azione a favore del caro vecchio switch per scegliere la modalità Silenziosa.

iPhone 15 switch compressed

iPhone 15 e iPhone 15 Plus recensione: quindi… lo compro?

Ci sono diverse domande che ci siamo posti e ci avete posto in questi giorni.
Cerchiamo di rispondere a quelle principali, partendo dalla più semplice: iPhone 15 e 15 Plus hanno senso per chi? Chi dovrebbe comprarli?
Più o meno tutti.
È uno smartphone eccellente, con ottime prestazioni, un buon comparto fotografico, un display che ha una splendida resa e un’usabilità estrema. 
È perfetto per chi vuole un telefono semplice da capire, per chi è al suo primo iPhone, per chi lavora con lo smartphone, per chi vuole addentrarsi nel mondo Apple, per chi decide di abbandonare Android, per chi punta all’intrattenimento, per chi usa tantissimo i social…
E questo vale per entrambi. È chiaro che se volete una maggiore autonomia prendete il Plus, se volete dimensioni compatte prendete il 15. 

Quando devo volgere lo sguardo ai Pro?
Guardate ai Pro se avete bisogno – sottolineiamo BISOGNO – di una fotocamera più prestante perché con foto e video ci lavorate.
Oppure se volete darvi al gaming avanzato visto che di là avete il nuovo processore e i 120 Hz. 

iPhone 15 fotocamera compressed

Ora… le domande più difficili.
Ho un iPhone 14… passo al 15?
A nostro avviso le novità non giustificano il passaggio. Poi è assolutamente soggettivo, come per tutte le cose. Secondo noi il passaggio ha senso se avete un iPhone 12 o più vecchio. Allora potreste iniziare a percepire davvero le differenze.

Meglio un iPhone 15 o un 14 Pro? 
È sempre soggettivo ed è anche molto difficile venirne a capo. Il 14 Pro ci offre qualcosa in più in termini di versatilità fotografica e un display con una frequenza di aggiornamento di 120 Hz.
Non possiamo però ignorare il fatto che iPhone 15 prevede ho lo zoom 2x potrebbe soddisfare quasi totalmente le esigenze del 90% della popolazione.
C’è poi un secondo elemento che vi invitiamo a considerare: il connettore USB Type-C.
Un iPhone 15 è già pronto per il futuro e il futuro è, come da normativa europea, l’USB-C. Questo significa che, con grande probabilità, arriveremo ad un punto in cui gli accessori per iPhone saranno solo USB-C. Naturalmente è un discorso che vale per il lungo termine, non succederà domani, ma è bene valutare anche questo aspetto così da decidere con cognizione di causa.

E voi, avete deciso se comprare o meno il nuovo iPhone?

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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