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Dopo Strava, anche Polar svela la posizione delle basi militari segrete

Ricordate il caso Strava? Poco più di due mesi fa, l'applicazione dedicata al fitness aveva accidentalmente mostrato la posizione di alcune basi militari segrete attraverso i suoi servizi di geolocalizzazione. Un incidente tanto singolare quanto grave, che in questi giorni si è ripalesato a causa di un'altra app di tracking: Flow, di Polar.

Polar, il caso Flow: come funziona l'app di tracking

Flow è il nome dell'applicazione presente sui dispositivi di fitness targati Polar.

Il software consente agli utenti di visualizzare i progressi della propria attività fisica, tracciando anche il percorso effettuato durante la marcia o la corsa. In relazione a quest'ultima feature, un'opzione aggiuntiva (Explore) permette la condivisione della propria posizione con gli altri utenti che si stanno allenando con l'app.

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Una funzionalità molto interessante, ma che ha compromesso la posizione delle basi statunitensi dislocate sul territorio – per la seconda volta, quest'anno.

La modalità Explore di Flow mostra infatti una vera e propria mappa satellitare in cui sono evidenziati i percorsi effettuati dagli altri utenti registrati alla piattaforma. È in questo modo che è stato possibile tracciare le posizioni degli agenti segreti e dei militari in servizio presso le basi "nascoste", svelando l'esatta ubicazione delle location ritenute segrete.

Il caso Flow: salta la copertura degli 007

Quanto avvenuto nelle scorse ore è stato trattato in un'inchiesta firmata dalla testata olandese De Correspendent e dal sito investigativo Bellingcast. Questi sarebbero riusciti a rilevare la posizione, gli indirizzi e i nomi dei familiari di un militare olandese. No, niente hacking: è stato utilizzato solo un piccolo software gratuito, tale Flow di Polar.

Sfruttando la feature Explore del fitness tracker sarebbe stato possibile mappare ogni singola corsa, a piedi o in bicicletta, degli utenti che si sono loggati dal 2014 a questa parte. In tal modo, sono stati individuati ben 6,460 utenti che hanno utilizzato l'app Flow per tracciare le proprie attività: di questi, il 90% avrebbero aggiunto informazioni sensibili al proprio profilo, rendendo semplice l'individuazione dei loro indirizzi di casa.

Tra questi utenti sono stati così riconosciuti degli agenti appartenenti alla NSA, MIVD e GRU, le cui attività erano rimaste sotto gli occhi di tutti. Coinvolta anche l'Italia, con la rilevazione dei dati di una cinquantina di militari al lavoro presso la base di Sigonella.

Posizione compromessa: di chi è la colpa?

Polar e la sua app non sono di certo responsabili per l'incidente: si presume che la feature Explore funzioni solo nel caso in cui i suoi utenti acconsentano a condividere i dati sulla propria posizione, attivando le funzioni di geolocalizzazione del device.

La "colpa" ricade allora sui militari stessi, che avrebbero compiuto l'errore di fornire i propri dati svelando il collocamento dei posti da essi visitati e persino quello delle loro abitazioni. Sarebbe bastato impostare il profilo come 'Privato' per evitare quanto accaduto.

In ogni caso, Polar ha momentaneamente sospeso il servizio Explore per non aggravare ulteriormente la situazione. De Correspendent e Bellingcast hanno pubblicato il proprio resoconto senza rivelare le informazioni raccolte dai militari, per ovvie ragioni di sicurezza.

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Pasquale Fusco

A metà strada tra un nerd e un geek, appassionato di videogiochi, cinema, serie TV e hi-tech. Scrivo di questo e molto altro ancora, cercando di dare un senso alla mia laurea in Scienze della Comunicazione e alla mia collezione di Funko Pop.

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