fbpx
RecensioniRecensioni TechTechVideogiochi

[Recensione] State of Decay 2: tra piccole innovazioni e sguardi al passato

Continua ricerca di materiali, creazione di oggetti, attacchi di zombi e sopravvivenza: l'apocalisse è tornata e State of Decay 2 vi porta ad affrontarla in tutta la sua brutalità e fatica. Cercherò di spiegarvi come passando per cinque punti fondamentali.

Una piccola parvenza di trama

L'esperienza offerta da State of Decay 2 non è priva di una base. Nonostante sia appena accennata e spesso spinta in un angolo dall'esplorazione, costruzione e missioni "secondarie", c'è infatti una parziale trama. Appena scelti i personaggi iniziali, di cui vi parlerò nel dettaglio più avanti, questi vengono immediatamente buttati in una situazione adrenalinica: inseguiti dagli zombie nel tentativo di entrare in un accampamento all'apparenza abbandonato.

I nostri protagonisti, nel mio caso una coppia di donne, una volta raggiunto l'insediamento si dedicano all'esplorazione, finalizzata alla ricerca di provviste, medicinali e armi. La zona, però, non è vuota: diversi zombie sono riusciti ad entrare, spingendo i sopravvissuti che vi abitavano e i militari a scappare. Esplorando e affrontando i non-morti ancora presenti, purtroppo, il secondo componente del nostro team iniziale viene morsa/o da un nemico particolare, riconoscibile a causa degli occhi rossi.

Ad aiutarci a sostenerlo/a saranno gli ultimi abitanti dell'insediamento, tra cui è presente un medico, che si offrirà anche di spiegare cosa ci sia di particolare in quel morso: entriamo così in contatto con l'Infezione del Sangue, una malattia capace di portare alla trasformazione o alla morte, successiva al morso di uno zombie dagli occhi rossi.

Da quel momento avrà inizio la vera e propria lotta alla base di State of Decay 2, perché avremo il compito di scegliere tra tre possibili destinazioni dove spostare questa combriccola, creare la nostra prima comunità e trovare una cura.

La prima scelta riguarda il personaggio

Prima ancora di essere scaraventati all'interno del catastrofico e post apocalittico mondo di State of Decay 2 si rivela necessario effettuare una scelta, da cui dipenderà buona parte della nostra "avventura". Per iniziare bisognerà infatti decidere con quale coppia di sopravvissuti dare il via alla lotta, perché ognuna potrà contare su abilità e statistiche differenti. Alcuni esempi di queste ultime sono:

  • Preparazione atletica: equivale alla resistenza fisica, può essere migliorata eseguendo sprint e scalate;
  • Disciplina: da questa caratteristica dipendono resistenza, limite di ingombro leggero e solidità delle armi. Migliorabile esplorando la mappa e cercando risorse nei contenitori;
  • Combattimento: fondamentale in un survival, da questa abilità dipendono salute e possibilità di accedere a modalità di combattimento avanzate. L'unico modo per migliorarla è combattere;
  • Tiro: direttamente collegata alla gestione delle armi e all'accesso alle abilità di tiro avanzate, migliorabile sparando ai nemici;

Le caratteristiche iniziali delle coppie, a prima vista, sembrano pessime: la maggior parte dei superstiti ha infatti una scarsa preparazione atletica (equivale a bassa resistenza fisica), e non è un asso del combattimento. Dettagli simili, però, non vi devono spaventare.  Utilizzando lo stesso personaggio per un certo periodo di tempo e compiendo con lui/lei missioni diverse, infatti, le sue statistiche e capacità potranno essere migliorate.

A permetterlo è un'intuitiva scheda del personaggio che, oltre a riportare tutte le caratteristiche del sopravvissuto, permette di scegliere una specializzazione, perfetta per migliorare caratteristiche fino a quel momento troppo basse.

L'infezione del sangue

La vera particolarità di State of Decay 2 è rappresentata dall'Infezione del sangue, una patologia trasmessa soltanto da un certo tipo di zombie e potenzialmente letale. I non-morti capaci di trasmettere la malattia sono riconoscibili non soltanto per gli occhi di un rosso fiammante, ma anche per la loro maggiore aggressività e velocità.

Una volta morsi da uno di questi non-morti si entra ufficialmente a contatto con la malattia, che è molto più grave rispetto al morso comune e può portare alla trasformazione o direttamente alla morte. Il membro infetto del team ha soltanto una speranza di guarire e, per poterla cogliere, ci vuole molto tempismo unito al raccoglimento di campioni organici da altre creature infette.

L'Infezione del Sangue e la presenza di questi particolari nemici spinge a rimanere sempre sull'attenti. Nel caso in cui un personaggio dovesse subire un attacco da parte di uno zombie infetto bisognerà infatti prestazione molta attenzione alla sua barra dell'Infezione perché questa, una volta riempita, porterà il sopravvissuto al contrarre la malattia. A tal proposito, prima di continuare ci tengo a darvi un consiglio: non affezionatevi ai personaggi e cercate di migliorarli tutti il più possibile, perché non ci saranno protagonisti principali, ma ogni membro della comunità potrà contrarre l'infezione e morire!

Nel vostro percorso di sopravvivenza all'interno di State of Decay 2 potrete scegliere come affrontare il dilagare dell'infezione. Le vie a disposizione sono due: limitarvi a curare di volta in volta gli infetti del vostro team o andare direttamente al cuore del problema. L'infezione del sangue ha infatti origine da determinate zone caratterizzate da un nucleo. Per combattere la diffusione della malattia potrete dunque scegliere di recarvi in quel luogo e attaccare il nucleo per distruggerlo, sconfiggendo una serie di mini orde di nemici.

Sulla stessa linea del suo predecessore

Effettuando un confronto con il capitolo del 2013 bisogna dire che il team di Undead Labs non ha voluto cercare di ampliare il suo pubblico, anzi, ha semplicemente cercato di avvicinare nuovamente i giocatori che avevano già apprezzato il titolo precedente.

State of Decay 2 non presenta infatti particolari novità, ma ripropone in una veste aggiornata le meccaniche viste in passato, facendo ruotare tutto il gameplay intorno alla creazione di comunità di sopravvissuti da mantenere sempre in forza e in salute esplorando e trovando le giuste risorse, per poi porle nella cassaforte comune del proprio stabilimento.

I cambiamenti non sono evidenti nemmeno dal punto di vista grafico. Nonostante il supporto fornito dall'Unreal Engine 4, che rende sicuramente i dettagli più definiti e dalle linee pulite, il risultato non è comunque al pari dei titoli tripla A, e si manifesta spesso in animazioni non fluide, quasi a scatti. Vagando per la mappa si rischia inoltre di incappare in diversi bug, tra cui compenetrazioni di nemici nel terreno, sparizioni improvvise e oggetti volanti.

Le innovazioni ci sono, anche se piccole

Difetti e meccaniche già note a parte, bisogna anche riconoscere dei meriti al team di Undead Labs. Il gruppo ha infatti dato una parvenza di innovazione, non soltanto introducendo la novità dell'Infezione del Sangue e della battaglia per la sua diffusione, ma anche cercando di rendere ogni partita unica nel suo genere. Per realizzare questo intento il team ha permesso alla CPU, all'inizio di ogni nuova storia, di generare il gruppo di sopravvissuti di partenza con tratti e abilità completamente casuali, così da garantire sempre evoluzioni differenti ed evitare noiose ripetizioni.

Ulteriore novità è stata portata dalle interazioni umane. La strada per la sopravvivenza in State of Decay 2 sarà infatti lastricata di incontri con altre comunità, tra cui alcune potranno anche dimostrarsi ostili! Viene da pensare che, rispetto alle orde di zombie, gruppi di esseri umani incattiviti possano essere meno pericolosi. Non dovete farvi ingannare: una volta irritata una comunità, quest'ultima è infatti capace di diventare estremamente aggressiva e di sfruttare intelligenza e tattica, caratteristiche che i non-morti invece non possiedono.

Tirando le somme, State of Decay 2 ripropone i dettagli che hanno costituito la base del successo del capitolo precedente, in una versione leggermente migliorata e arricchita ma non abbastanza da stravolgerne il cuore, che rimane ben saldo sull'esplorazione, la raccolta di materiali e il mantenimento della propria comunità.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Maria Elena Sirio

Videogiocatrice dall'infanzia, innamorata del fantasy e dell'avventura (ma, soprattutto, di Nathan Drake), con una passione per il disegno, il cinema e le serie tv, che tenta di conciliare tutti questi interessi con la facoltà di Biotecnologie.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button