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Yahoo in Italia licenzierà il 90% dei dipendenti

La notizia arriva dai sindacati

Le grandi aziende del comparto tecnologico sembrano muoversi in due direzioni opposte.

Da una parte esse ci hanno coinvolto in una sorta di delirio collettivo per i chatbot conversazionali, di cui si è già scritto di tutto (e di più), se ne sono sviscerati potenzialità, rischi, vizi e virtù. Mentre sarebbe bastato attendere che che questa tecnologia approdasse a uno stadio meno embrionale di quello attuale.

Si teme che le intelligenze artificiali possano presto sostituire gli umani in tutte le mansioni. E se questo probabilmente non sarà vero, in virtù di certe peculiarità intellettuali ed emotive che una macchina non possiderà mai, sembra più che vero se si pensa all’altro argomento attualissimo. Al fatto cioè che le società del tech stanno licenziando cospicue percentuali dei loro dipendenti con una leggerezza disarmante.

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Per aziende come Microsoft, Twitter e Amazon si parla di decine di migliaia di dipendenti.

Con numeri estremamente più piccoli, ma con percentuali ancora maggiori, anche Yahoo licenzierà in Italia. Scopriamo di più su questi pesanti tagli in arrivo.

yahoo cina

Yahoo licenzia in Italia

La notizia è arrivata da fonti sindacali.

E vuole che Yahoo Italy, evidentemente la società che rappresenta Yahoo in Italia, si avvia a licenziare 19 dipendenti su 21 nelle sue sedi di Milano e di Roma.

Si tratta di un’interpretazione decisamente personale del dettato aziendale, che ha deciso di ridurre il suo organico globale del 20%.

Ma, conti alla mano, nel nostro Paese si tratterebbe di una riduzione addirittura del 90% dei dipendenti.

La home page del sito italiano

Un modo piuttosto drastico di comunicare la (quasi) chiusura degli uffici di Yahoo in Italia sta campeggiando sulla home page del sito ufficiale nella nostra lingua.

Dove possiamo leggere: “A partire dal 31 gennaio 2023 Yahoo Italia non pubblicherà più contenuti. Altri servizi, come Yahoo Mail e Yahoo Search, non sono interessati da tali modifiche. Ti ringraziamo per averci seguito e sostenuto.”

La posizione dei sindacati

Le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTuCs, con le rapprensentanze sindacali aziendali, nella giornata di mercoledì 1 marzo hanno avuto un primo incontro con l’azienda su questa tematica. Ma pare che non si siano trovati punti d’incontro.

I sindacati hanno parlato infatti di “scarne risposte, poco utili a un reale confronto e a un esame congiunto come invece previsto dalla normativa vigente”. E di “difficoltà di comprensione da parte delle risorse umane global di quali siano le regole che definiscono la gestione di una procedura di esuberi nel nostro Paese”.

È stato fissato un secondo incontro per mercoledì 8 marzo. Obiettivo dei sindacati è quello di minimizzare “l’impatto sociale e le ricadute sulle lavoratrici e i lavoratori”.

I licenziamenti di Yahoo

Come dicevamo, il maxi taglio dei lavoratori di Yahoo in Italia rientra in un piano complessivo di alleggerimento dell’organico globale del 20%.

Annunciando questa mossa lo scorso 9 febbraio, Yahoo è solo l’ultima grande azienda tech in ordine di tempo a voler sfoltire la propria forza lavoro.

Dietro l’azione c’è il fondo di investimenti Apollo Global Management, che nel settembre del 2021 ha acquisito il 90% di Yahoo per 5 miliardi di dollari. E che nel futuro prossimo vorrebbe concentrare fondi ed energie sulla piattaforma demand side (Dsp) di programmatic advertising. Ovvero la compravendita automatizzata di spazi pubblicitari online.

Per questo, a livello globale, Yahoo lascerà a casa il 20% dei suoi lavoratori, cioè 1.600 persone su 8.000.

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Le aziende del tech licenziano (anche in Italia)

Le ricadute sul nostro Paese dei tagli globali delle aziende tech non riguardano solo Yahoo.

Lo scorso novembre, ad esempio, Meta ha annunciato il taglio di 22 dei 127 dipendenti della sede di Milano. Ma dopo le trattative con i sindacati, i licenziamenti si sono ridotti a 12.

Anche in questo caso, la mossa nel nostro Paese da parte della società di Mark Zuckerberg rientra nel piano complessivo che prevede il licenziamento di ben 11.000 lavoratori.

Complessivamente, prendendo in esame Meta, Amazon, Microsoft e Alphabet (proprietaria di Google), i licenziamenti complessivi corrispondono al 5,5% delle assunzioni avvenute dal 2019 a oggi. E al 2,5% dei lavoratori complessivi.

Meta taglia il 12,6% dell’organico, Alphabet il 6,4%, Microsoft il 4,5% e Amazon l’1,2%.

Nel frattempo, noi siamo tutti contenti di intavolare dotte conversazioni con ChatGPT.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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