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Viaggio a Shenzhen: dal tech market alla spa di lusso

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Eccoci con un nuovo racconto di viaggio dalla Cina. Il secondo giorno a Shenzhen, la Silicon Valley dell'oriente, è iniziato molto, molto presto. Verso le 8 del mattino ci siamo diretti al head quarter di Huawei per una sessione Q&A con il CEO di Honor George Zhao – e con Zhao Gang capo di Honor Overseas Business.
Durante questi cinquanta minuti abbiamo avuto modo di capire meglio le strategie di produzione e di promozione del brand Honor. Ma di questo, ve ne parlerò in modo più approfondito in un altra occasione.

Una volta terminata l'intervista di gruppo ho avuto modo – giusto per qualche minuto – di girovagare nell'immensa hall della sede di Huawei. Qui, si trova il Patent Wall, una parete totalmente ricoperta di quadretti di formato A4, ognuno dei quali contiene un brevetto depositato dal colosso Cinese negli USA, in Europa e in Cina.

LEGGI ANCHE: Racconti di viaggio #1 – Shenzhen la città di Huawei e dei draghi danzanti 

In seguito abbiamo preso il pullman (ve lo ricordate quello dell'antichità?) per ritornare nei pressi del nostro hotel. In quella zona di Shenzhen infatti si trova il famigerato tech market "Manha Commercial Plaza". Famigerato perché, qui, si può trovare praticamente di tutto: prodotti originali e costosi ma anche oggetti che più contraffatti di così, si muore. Chi non ci è stato difficilmente comprende come siano strutturati questi market. Fungono da vere e proprie "case" in cui chi lavora, con grande probabilità, lì dentro, ci abita anche. Tra i vari "sgabuzzini" che trovate all'interno del centro commerciale ci sono persone che consumano lauti pasti mentre servono i clienti, bambini che fanno i compiti oppure che corrono tra un negozio e l'altro, gente che fuma, gente che beve un te mentre fa una partita a scacchi. È davvero un micro universo totalmente incomprensibile agli occhi di un occidentale.

Il giro del tech market ci ha fatto venire una grande fame, per questo abbiamo attraversato la strada, attenti a non romperci l'osso del collo (lavori in corso ovunque ma soprattutto poco protetti) per raggiungere il MOI Department Store, uno classico mall in stile americano ricco e ben fornito di tutti i brand occidentali. Peccato che i prezzi fossero ben poco differenti dai nostri, anzi, in molti casi uguali.

Qui ci siamo rifocillati in un ristorante – hot pot – a dir poco singolare: insieme al cibo di altissima qualità vi era anche un servizio altrettanto elevato. Alle signore è stato dato un elastico per capelli e offerto gratuitamente un servizio di nail spa oppure un massaggio alle mani. Oltre a questo, tra un'immersione di cibo e l'altra, abbiamo goduto di diversi intrattenimenti: dalle tagliatelle cinesi "volanti" fino al danzatore in costume tradizionale.
Se amate la tranquillità, questo posto non fa proprio per voi.

Non poteva ovviamente mancare un salto all'Honor Cafè di Shenzhen, un luogo aperto 24 ore su 24 in cui si può prendere un caffé, leggere un libro (tra quelli presenti nella libreria), rilassarsi dopo una lunga giornata trascorsa in giro per Shenzhen e provare tutti gli ultimi device Honor presenti in commercio.
Ma attenzione: all'Honor Cafè non ci sono telefoni in vendita perché questo non è un negozio. Non vuole essere un luogo commerciale bensì un semplice luogo di relax. Trovo che l'idea sia davvero ottima soprattutto perché non cerca di vendere proprio nulla.

Con la visita all'Honor Cafè si è concluso ogni nostro impegno lavorativo.

Per mostrarci davvero come vivono i cinesi mediamente abbienti, siamo stati catapultati in una spa dal gusto kitsch e dall'arredamento opulento. Il centro si chiama 678 International Club, una spa con centro massaggi di 2000 metri quadratiaperto 24 ore. La mia preoccupazione principale era: "siamo in 28… ce la faremo tutti a fare il massaggio senza fare nottata?".
Ebbene si, la spa era talmente grande e talmente stracolma di personale da essere in grado di ospitarci e servici tutti contemporaneamente, senza aver preso preventivamente appuntamento. Un bel massaggio da 90 minuti e passa la paura.

Dopo il massaggio bisogna riempire di nuovo la pancia. Sempre grazie al solito pullman dell'antichità, abbiamo raggiunto una zona di Shenzhen fatta di edifici bassi e fatiscenti. La nostra meta: uno dei più rinomati ristoranti di "sea food" di tutta Shenzhen, il Zhanjiang Daxian Ran Seafood Restaurant. All'ingresso del locale, proprio sul marciapiede, vi era la possibilità di scegliere quale creatura marina farvi servire nel piatto… non ho capito per quale strambo motivo, noi, ci siamo visti recapitare al tavolo più piattone gigante contenente delle "deliziose" larve fritte. Non scandalizzatevi inutilmente, non sono niente di eclatante. Il loro gusto è un misto tra pollo fritto e terriccio.

Larve fritte

Dopo la cena, con grande stoicità (nel mio caso per inerzia), abbiamo deciso tutti di comune accordo di fare una cantata al karaoke del nostro hotel. Anche in questo caso l'opulenza è di casa: divani di pelle bianca, microfoni dorati e due camerieri a disposizione nella saletta privata che ci era stata riservata.

E niente, ho lasciato gli altri cantale a squarciagola. Io, a mezzanotte, mi sono defilata nelle mie stante perché avevo la testa in un suolo luogo: Hong Kong, città che avremmo raggiunto il giorno seguente.

Volevo essere in forma, volevo scattare tante foto e così è stato.

Intanto, godetevi il vlog di questo secondo racconto di viaggio.

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Fjona Cakalli

Amo la tecnologia, adoro guidare auto/camion/trattori, non lasciatemi senza videogiochi e libri. Volete rendermi felice? Mandatemi del cibo :)

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